Arrestato all'uscita degli studi di cinecittà con l'accusa di abusi sessuali.
Di sicuro questo signore non ha niente
di signorile. Però, stando alle sue parole pare fosse “stato
costretto” con le dovute maniere a fare la parte del pentito. E se
ciò fosse vero sarebbe una blasfemia nei confronti dei
rappresentanti della legge italiana.
A dire il vero suona strana l'immediata
presa in custodia di una persona anche se di dubbia morale.
L'intervento in sé fa paura. Riporta alla mente pagine romanzate
degli abusi di potere attuati negli stati totalitari. Se è vero,
come affermano quelli della produzione di "servizio pubblico" condotto da Michele Santoro, che persino la perquisizione
della camera d'albergo di Scarantino è avvenuta in assenza di un avvocato.
Secondo fonti investigative diramate immediatamente dopo il fermo, Scarantino è accusato di abusi sessuali nei confronti
di una minorata psichica e abuso di autorità.
Pare che il pregiudicato sia andato in una
struttura protetta soltanto un giorno per sostituire un suo amico
educatore– lui non aveva un lavoro fisso, dicono gli inquirenti – e lì avrebbe
approfittato dei gravi problemi psichici della donna.
La mobile di Torino, dopo la querela
dei familiari della vittima, ha eseguito le indagini ed è risalita a
Scarantino dopo la testimonianza di vari collaboratori della
struttura, dove lavorava con un altro nome. Il procuratore aggiunto
Annamaria Loreto, a cui è stato affidato il fascicolo insieme al pm
Patrizia Gambardella, ha spiegato a “il fatto quotidiano.it” che
“l’arresto è avvenuto dopo la trasmissione perché Scarantino
era irreperibile da due mesi”. L’uomo infatti, aveva indicato
come fissa dimora un albergo in disuso. Per evitare di perdere
nuovamente le sua tracce, quindi, si è proceduto all'arresto dopo
la trasmissione.